17317 - Intervallo temporale
N. Lygeros
Traduzione: Lucia Santini
I punti in accumulo erano indizi per l’ isomorfismo delle possibilità.
Ogni testo era anche un foglio che dava seguito al libro della conoscenza.
Aveva superato lo stadio dell’enciclopedia e sfiorava ormai la policiclopedia.
La conversione dell’attesa in tempestività era il fondamento per l’intervallo temporale.
Ma ciò che tutti chiamavano intervallo era in sostanza la generalizzazione del cielo la quale aveva generalizzato il mare.
Porti e marinai.
Aeroporti e piloti.
Astroporti e aeronauti.
Però chi mai avrebbe osato parlare dello stadio successivo.
Perché gli intervalli temporali non erano solo segmenti rettilinei.
Perché il Tempo non era rettilineo.
Era capace di resistere alle ramificazioni.
E dopo Gödel le curve chiuse del tempo non erano più un’utopia ma una realtà matematica e una logica del futuro.
Avevamo generalizzato tutti i viaggi nello spazio ma rimanevamo imprigionati in un approccio semplicistico del Tempo.
Mentre la topostrategia aveva lasciato la geostrategia per trovare la cronostrategia lo stadio successivo era ancora ignoto.
E non tanto a causa della mancanza della base teorica ma soprattutto a causa della viltà intellettuale.
Come contesto teorico la Teoria della Relatività Generale lo permetteva.
Solo che i fisici non lo accettavano ancora.
Volevano conservare il vecchio sistema.
Avevano una difficoltà ad accettare una realtà diversa meno convenzionale che dava altre possibilità.