7193 - Pro Fide et Utilitate Hominum

N. Lygeros
Traduzione: Lucia Santini

Coloro che ignoravano l’ombra potevano pensare che si trattasse di una semplice condotta ma non era questo il caso.
Pro Fide et Utilitate Hominum.
Era un modo di vivere nelle due vite che i cavalieri dovevano attraversare per raggiungere il fine ultimo.
Era vero che la società non poteva comprendere questo genere di personaggi. Questo era privo di importanza come aveva detto un vecchio grande maestro. Questi uomini preferivano essere odiati facendo del bene piuttosto che essere amati facendo del male. Poche persone potevano tollerare questo spirito. Perché questi uomini erano rari. E questa rarietà non era compatibile con la società degli identici.
La vecchia città sopportava le ferite di questa società ma loro continuavano a riconoscerla grazie ai segni del tempo.
Si diresse verso il porto e rivisse gli orrori del fascismo prima di raggiungere il mare. Là sulla riva, davanti al suo caro mar Mediterraneo, sentì di nuovo quella vampata di calore. Ebbe l’impressione di essere seguito e questa discrezione gli ricordò il suo amico Andrea.
Effetto limite.
Proprio vicino alla torre.
Il corpo a corpo mai dimenticato era ancora più intenso come se il ricordo dell’assedio avesse allagato quel luogo.
Ripensò alla popolazione che aveva tanto sofferto ma anche a quella che non sapeva ancora il significato del sacrificio e della resistenza.
Il risucchio era sempre lo stesso.
Come prima dell’attacco, pensò.
La difesa della catena.
Non bisognava dimenticarla anche se quella fosse stata assente. Guardò il suo antico posizionamento.
La società se ne era sbarazzata come se si trattasse di qualche cosa di inutile.
Incoscienza sociale.
Si sarebbe dovuto riprodurre questo schema.
Catena umana.
Applicazione della teoria degli insiemi parziali.
Una nuova partitura doveva essere suonata.
Sentì la presenza del suo amico musicista.
Era un altro modo di portare luce in questa oscurità. Occorreva risalire il tempo per ridare un senso alla vita che egli aveva perduto per l’assenza della fede nell’uomo e nella libertà. La società si era abituata all’ assuefazione alla felicità fittizia. Era schiava della sua stessa condizione. In questo senso, non aveva più ragione di vivere, ancor meno morire per una causa. Infine l’umanità sembrava una idea così astratta che era semplicemente impossibile darle un’importanza senza aver compreso il suo concetto. Questo era il problema. Il suo amico gli sussurrò un canto all’orecchio simile al mormorio del mare. Questa sonorità non poteva mancare di toccarli.
Però bisognava giocare su un’altra scacchiera che esisteva molto prima degli eventi.
Teatro antico.
Bisognava ritrovare la sorgente della luce per rischiarire gli uomini dall’ombra. Senza di lei il mondo intero sarebbe stato vittima della barbarie.
Cambiamento d’ala.
Ascoltarono insieme Chopin.
Federico prese posizione.