2736 - I figli della vanità
N. Lygeros
Traduzione: Lucia Santini
Chiusi dentro le idee prefabbricate e nella società dell’indifferenza, cerchiamo la beatitudine in un mondo che non ci appartiene. Facciamo finta di vivere, per non morire di noia. Allo stesso tempo gli uomini vedono quanto non contiamo nulla e questo ci manda in collera. Vogliamo che nessuno sappia che siamo insignificanti, per questo cancelliamo qualunque opinione diversa dalla nostra. Non ci impaurisce nulla, al di fuori del ridicolo. Solo l’idea della possibilità di essere scoperti dagli altri, ci manda su tutte le furie. Vogliamo essere quello che appariamo, anche quando non ci è rivelato quello che siamo. Ci piace la commedia, come se la vita fosse un teatro, però ci disgusta vedere il regista. Preferiamo improvvisare affinché non sia necessario sapere la fine. Questo è il motivo perché siamo premurosi d’incatenare i Prometeo di ogni epoca. Sappiamo quanto siano pericolosi. Anche se in pochi, creano il mondo a venire, al quale non apparteniamo. Influenzano poche persone le quali però sono sufficienti a sostenere il futuro.
Cerchiamo a proposito il rumore degli individui per mettere a tacere il silenzio delle persone. Non ci piacciono le storie perché la storia ci disprezza. Tutte le tracce mostrano che siamo colpevoli, nonostante volessimo essere neutrali. Il pensiero di vivere senza neutralità è per noi insopportabile. Desideriamo solo l’azione, ma quella neutra. Il genere che non influenza nessuno e nulla. L’unica cosa che cerchiamo di fare è riprodurre solo il presente. Non ci interessa né il passato né il futuro, poiché nessun cambiamento è desiderato. Siamo i figli della vanità. Attendiamo tutto dalla fortuna la quale crea ogni cosa sempre in maniera giusta. Nulla deve sconvolgere il nostro mondo. Perseguitiamo i geni e gli inventori perché possono mettere in discussione la nostra verità. Se una semplice idea ha la possibilità di trasformare l’essenza dell’inerzia, allora cosa possiamo dire di una invenzione? Ci troviamo in moto perpetuo così che non si veda che stiamo fermi. Ecco perché temiamo le persone che sono capaci di restare immobili. Sappiamo che essi pensano, quindi fanno alleanze contro di noi: cercano di catturare il futuro. Ma questo è senza senso se non è dedotto dal presente. Queste persone ai nostri occhi agiscono come se appartengano alla pubblica accusa, così anche noi li dichiariamo colpevoli di esistere. Dal momento che non possono esistere senza pensare pensano di alimentarci. Quindi i bambini hanno urgente bisogno di sorveglianza poiché sicuramente fra loro si nascondono i condannati a vivere. Cerchiamo di spiare la più piccola mossa sospettosa di una probabile insurrezione. Aventi l’istruzione come arma, neutralizziamo la maggior parte dei carismatici. Li trasformiamo in persone normali. Solo che alcune sfuggono al nostro controllo e dobbiamo essere in vigilanza. Il genocidio della memoria è una lotta quotidiana. Ogni giorno dobbiamo confermare che la nostra verità resta invariata. Il più piccolo cambiamento e il più piccolo riconoscimento possono diventare una causa di castigo. Così, neutralizziamo ogni resistenza sotto la supremazia dell’imperterrito presente.