24329 - Provocazione azera
N. Lygeros
Traduzione: Lucia Santini
Gli eventi che si drammatizzano nell’ Artsakh non sono neutrali e sono le conseguenze della provocazione azera. Ogni volta che vediamo gli Azeri fare questo tipo di attacchi, per cambiare inutilmente i dati, ci rendiamo conto che parallelamente la strategia armena cerca di spiegare da anni ormai che non ci sono problemi e che siamo molto lontani dalla guerra del 1944. In realtà questa situazione non è stabile, perché non ci sono prese di posizione salde. Inoltre, mentre vediamo che la Turchia sempre in maniera subdola sostiene gli Azeri, l’Armenia non ha ancora riconosciuto la natura dell’ Artsakh. È comprensibile che ci siano problemi diplomatici e che l’Armenia non voglia dichiarare con sotterfugi cosa ha realmente in cuore riguardo all’Artsakh che da sempre era terra armena. Tutti sappiamo qual’ è la realtà storica nell’Artsakh e non ci influenza la propaganda degli Azeri, perché da anni sino ad oggi cercano inutilmente di convincere gli stranieri che non conoscono la verità. Così quindi, è di grande importanza che ci sia una coordinazione nelle nostre mosse, affinché diventino atti e possiamo aiutare anche su piano pratico la situazione, perché vediamo che la semplice resistenza non è sufficiente e che bisogna che l’alta strategia diventi più risolutiva contro gli attacchi barbarici, contro la propaganda, ed i sotterfugi. Perché questa terra non è armena solo come concetto di suolo, ma anche come spirito, come si vede dai monasteri e dalle chiese, però una civiltà che non è protetta in maniera ossidionale non ha futuro anche se ha un passato di storia secolare.