22277 - L’anti-esegesi è una negazione della tradizione
N. Lygeros
Traduzione: Lucia Santini
Contrariamente a ciò che pensano alcuni un’ interpretazione letterale non può costituire un movimento tradizionalista. In realtà, abbiamo un ossimoro in questa espressione ed è per questa ragione che quest’ approccio è antitetico. Ogni processo wahhabiste non rappresenta una tradizione come il salafismo con il quale a torto lo si confonde ma una negazione della tradizione mussulmana. In effetti, il wahhabismo considera ogni interpretazione come empia, e quindi, cancella numerosi secoli di lavori teologici sul Corano, come se tutti questi studi non avessero alcun senso in materia di religione mussulmana. Peggio ancora, questa tradizione nel suo insieme è giudicata e condannata. Dobbiamo convincerci che tramite questo pregiudizio e questa cancellazione della memoria collettiva, anche se ciò resta in un primo momento sul piano religioso, costituisce un lavoro preparatorio del genocidio della memoria che può condurre in pratica ad un genocidio nel senso letterale del termine ove vediamo l’insediamento della classificazione, della simbolizzazione, della disumanizzazione, dell’organizzazione , della polarizzazione, della preparazione, dello sterminio ed infine del diniego che rappresenta gli otto stadi della costruzione di un genocidio. Così, se la comunità mussulmana si lascia andare senza reagire non sarà soltanto vittima di questa situazione ma sarà anche considerata tramite il fallimento della resistenza dei suoi teologi come un vero collaboratore di questo effetto devastante che mira a tutti ed in particolare alla gente del Libro.