21977 - La resistenza dei Greci del Ponto
N. Lygeros
Traduzione: Lucia Santini
Quando senti l’inaccettabile, non basta reagire devi anche resistere. Perché la reazione è semplicemente la risposta all’azione e non comporta nessuna iniziativa. Mentre la resistenza è anche contro quella ingiustizia specifica è anche chiaramente giusta. Questo mettere in dubbio l’esistenza del genocidio per quanto si voglia presentare in maniera diplomatica, rimane sempre una negazione. E questa negazione non solo è antiparlamentare, ma è penalizzata dalla nuova legislazione Greca, la quale non accetta più il dubbio di un genocidio riconosciuto, cosa che riguarda il genocidio degli Ebrei, degli Armeni e dei Greci del Ponto Chiaramente se lasciamo che passino inosservate queste dichiarazioni inumane, supponendo che si tratti semplicemente di opinioni personali, alla fine del giorno il concetto di genocidio sarà degradato per quanto riguarda i Greci del Ponto, cosa che significa praticamente che non appartiene più alle negazioni che si penalizzano. Questo è un vero pericolo che in pochi hanno focalizzato. Non è una questione di contenuto storico, perché nessuno può mettere in dubbio i fatti storici ma chiaramente di contenuto legale. Perché un evento che non è più caratterizzato come genocidio, non può più determinare sanzioni per il carnefice. E non è lasciato al caso che queste dichiarazioni inaccettabili abbiano avuto l’appoggio del regime turco, il quale sappiamo non ha mai riconosciuto neppure un dei tre genocidi commessi. Inoltre non è fortuita l’esistenza di un individuo che ha cercato inutilmente a causa della resistenza di quel periodo del popolo greco di cambiare persino il libro di storia, incorporando 88 errori storici. L’intero riquadro è chiarissimo a tutte le organizzazioni pontiche, si tratta di una violazione sistematica dei loro diritti e se non sono capaci di resistere all’inaccettabile non è necessario che indossino i costumi tradizionali dei guerrieri. Il genocidio dei Greci del Ponto non è una rappresentazione teatrale, ma una ferita dell’Umanità. E la nostra resistenza è un esempio per tutti i popoli.