21900 - L’amicizia armeno-ellenica
N. Lygeros
Traduzione: Lucia Santini
Tra gli Armeni e i Greci molte cose si dicono ma poche si realizzano, perché alla fine nonostante esista un contesto positivo molto spesso si fermano qui. Persino sul tema dei genocidi di cui siamo stati vittime avevamo dei problemi, poiché quando l’Armenia aveva proposto anni fa di riconoscere il genocidio dei Greci del Ponto fu la stessa Grecia tramite partito che rifiutò affinché non fosse turbata la Turchia. La cosa degna di derisione è che quest’anno nel 2015 è avvenuto il riconoscimento da parte della Turchia e non è successo proprio nulla e doveva fra l’altro far fronte a molti più riconoscimenti del genocidio degli Armeni. Dobbiamo dunque renderci conto che la questione della carta d’identità dell’Armenia Occidentale crea un piano d’azione chiarissimo per quanti credono nella solidarietà dei popoli indigeni e nella lotta per la liberalizzazione delle zone occupate. Quando vediamo alcune reazioni si tratta solo e solamente di razzismo che era rimasto nascosto ed ora si presenta perché non si può fare diversamente. In questo intento seguiamo i passi che volevano sia la Grecia e L’Armenia dal 1919 e che si è presentato ufficialmente con il disegno Wilson ed il trattato di Sèvres. Seguiamo la decisione delle Nazioni Unite con la loro Carta per i diritti dei popoli indigeni. E questo è avvenuto grazie alla lotta degli Aborigeni dell’Australia. Così vediamo anche in Bolivia le applicazioni pratiche di questa idea. Questa carta ha come presupposto che questi popoli rappresentino una ricchezza per l’eredità comune dell’Umanità. Così con il terzo articolo vediamo che è permesso ai popoli indigeni il diritto di autodeterminazione. E con questo possono definire liberamente il loro regime politico e assicurare liberamente il loro sviluppo nei settori economici e culturali. Queste idee seguiamo.