21737 - Dal genocidio ai Diritti dell’Umanità
N. Lygeros
Traduzione: Lucia Santini
Molti credono che il genocidio sia un concetto finale, senza rendersi conto che quest’idea è di coloro che attuano i genocidi, poiché parlano per di più di una soluzione ultima. Mentre in realtà, la concezione della parola da parte di Lemkin, è in sostanza il primo stadio della problematica dei diritti dell’Umanità. Perché l’opera di Lemkin non è terminale. Non ci ha dato semplicemente un algoritmo per riconoscere un genocidio. Questo è uno strumento per l’inizio e per questo motivo il riconoscimento è semplicemente il primo livello della procedura di riparazione. Così dobbiamo immaginare che tutta questa procedura sia il primo stadio dei Diritti dell’Umanità. Poiché cominciamo con quello che è avvenuto e che non deve ripetersi e continuiamo con quello che deve avvenire affinché non si ripeta il precedente. Così il nostro tema è la continuazione anche dopo la catastrofe sistematica. Il genocidio giunge quindi d’esempio e non solo come esempio per individuare il crimine contro l’Umanità, perché da questo in poi metteremo a punto strategie per la protezione di questi Diritti. Abbiamo quindi un’analogia che generalizza la coppia: crimini- diritti umani nella coppia: crimini contro l’Umanità- Diritti dell’Umanità. E la prima differenza è il genocidio. Poiché non è sufficiente non genocidiare per proteggere l’Umanità perché l’altro può farlo. Così i comandamenti hanno bisogno poi di consigli. Così amate il prossimo è più resistente e costruttivo. Così il primo diritto che ha l’Umanità è di amarla, altrimenti cerca qualcuno che può farlo per seguirlo. E Lemkin lo ha fatto.