19257 - Il guerriero dalle sette vite
N. Lygeros
Traduzione: Lucia Santini
La rivelazione avvenne tramite i castelli.
Con gli studi del passato
il futuro era cambiato.
E quello che sembrava utopistico, era avvenuto.
Qualcuno aveva creato un codice.
Ed aveva adoperato gli scacchi.
Così aveva trasmesso il sapere attraverso i secoli.
La sua scacchiera però non era quella classica.
L’aveva arricchita con schemi riferenti agli assedi.
Allora pensò al modello astratto di Mandelbrot.
Decise quindi di creare
un altro modello.
Oltre a quella bizantina
adoperò anche quella castellana.
Aveva messo insieme il passato e il futuro.
Così costruì
la scacchiera castellana SER.
E su questa
mise il mito di Digenì Akrita
per comporre il poema epico.
Due parti per una struttura.
Due scacchiere per una sovrastruttura.
Digenì costituiva una combinazione necessaria.
Il centro era negli angoli.
Negli angoli costruì castelli mentali.
Era il risultato di un pensiero laterale.
Il centro non era necessariamente l’epicentro.
La sua protezione non era dovuta dallo stesso spazio.
Questo permetteva che la resistenza
divenisse ottimale a lungo andare nel Tempo.
L’epoca Bizantina non era solo vita ma anche spirito.
Era come un guerriero dalle sette vite.
Gli mostrò gli elementi fondamentali della donazione dell’anima.
Allora capirono l’invenzione
dell’architettura del Tempo
e videro la strategia della storia.
L’immagine ricordava la pittura sacra.
Solo che la composizione non era classica.
Aveva molte persone che si comportavano
come su una rete castellana.
La ramificazione era coinciata.
Il Tempo era cambiato.
Ed era ancora qui
dopo il labirinto dei pensieri.
Così videro che la loro missione
consisteva nel conservare il filo conduttore
senza che si perdesse in mezzo ai secoli
insieme erano diventati sette
per la continuazione.