19256 - Il sesto senso
N. Lygeros
Traduzione: Lucia Santini
Nel 938 la prima guerra terminò con lo scambio dei prigionieri.
La prigionia era lo schema mentale.
Ugualmente anche la detenzione degli ostaggi.
Ed ogni ostaggio era pericoloso per colui che voleva liberarlo.
Così gli emirati indipendenti erano un elemento positivo per l’era Bizantina.
Così fu liberata Cipro e finì l’epoca araba.
Il califfato di Bagdad aveva lasciato il suo posto al Califfato Fatimide.
Eppure la resistenza era solo provvisoria.
Gli eventi cambiarono con il Califfato Abbaside.
Però prima era avvenuta la liberazione della Terra Santa.
E avvenne l’impensabile.
E avvenne di nuovo.
Era una questione di valori.
Per questo motivo era diacronico.
Il sesto senso era l’intelligenza.
Ma soltanto tramite il pensiero
sussisteva la divulgazione.
Semplicemente era necessaria la codificazione.
Gli eventi non avevano tutti la stessa natura.
C’erano anche i punti nodali.
Voleva mostrare loro che i legami erano capaci di collegare i nodi de Tempo.
Dovevano registrare solo i nodi ed unirli con i rapporti dei legami.
Sulla scacchiera alcuni movimenti erano più strategici di altri che erano limitati sul piano tattico.
Era come se cercassero le posizioni dei castelli in una zona per scoprire non solo la loro struttura ma anche la sovrastruttura.
Pian piano la scacchiera diventava sempre più complicata nella loro mente.
Il cambiamento della base permetteva l’innovazione del pensiero.
Era come se vedessero di già i castelli
sulla scacchiera di confine.
Eppure la quadratura del cerchio non era risolvibile.
Dovevano pensare diversamente.
Pensiero castellano.
Mostrò loro come un intreccio
poteva essere sciolto
con una rete.
I nodi con i legami formavano
una rete resistente.
Questa sarebbe stata la loro protezione
e nei secoli successivi
non lo dovevano dimenticare.