19255 - La quintessenza della storia
N. Lygeros
Traduzione: Lucia Santini
Gli eroismi di Aresti non hanno solo un significato per l’epoca.
Perché la durata del conflitto si prolungò per cinque secoli
e questo vuol dire che non si tratta di uno scontro locale.
Aresti continua la sua battaglia fino alla fine con una
bellicosità immaginaria che è propria dell’era Bizantina.
Pensò che tutto ciò era effettivamente avvenuto
prima di Digenis Akritas
anche se lo sapevano
soltanto pochissime persone.
E se avessero analizzato meglio quei secoli
si sarebbero preparati meglio
per i posteri.
Gli stessi schemi mentali.
Eppure la maggior parte non li vedeva.
Soltanto alcuni uomini rari ci erano riusciti.
Non poteva però spiegare
in quale modo
erano stati divulgati.
La mitologia era l’essenza della storia.
Conservava gli elementi che la descrizione dimenticava.
Solo che non sono sufficienti per la difesa
quando ci sono continuamente attacchi.
Soltanto la quintessenza della storia ne era capace.
Ed era la strategia.
La strategia della storia non era solo una teoria.
Permise di evitare i gioghi.
I tranelli del nemico.
Egli si basava sempre sulla massa
sul sacrificio della sua gente
per un pezzo di terra.
Eppure l’aquila bicefala difendeva la sua gente
perché erano in pochi
e dovevano sopravvivere
anche in mezzo alla moltitudine.
I movimenti barbari contro la Croce
dovevano essere disarmati con manovre e combinazioni
e l’intelligenza era indispensabile.
Continuò l’insegnamento.
Mostrò loro anche soluzioni retrospettive.
Con gli enigmi.
Dovevano trovare il passato
analizzando il presente
per sapere come avrebbero giocato in futuro.
L’itinerario percorso indicava il futuro.
Perché era imprigionato all’interno del passato.
Il mosaico del Tempo
aveva la sua immagine.
Ed era la scacchiera.
Che nacque per il futuro.