17859 - L’ influenza della neurofilosofia
N. Lygeros
Traduzione: Lucia Santini
L’influenza della neurofilosofia non è soltanto astratta e teoretica. La consapevolezza delle capacità del cervello umano offre un campo di sviluppo per la filosofia. Non si tratta solo di una visione del mondo tramite una scatola nera il cui contenuto è inaccessibile. Con le ricerche che vengono fatte sul cervello abbiamo dei dati che erano inesistenti alcuni anni or sono. Il campo della psicometria si è sviluppato drasticamente e con risultati tali che la combinazione dei due ha aiutato l’uomo stesso che vuole essere partecipe nell’ambito dell’Umanità. Le persone particolari non sono più sole e isolate, ma sono state accettate come entità rare. I rapporti che si sono sviluppati fra loro assomigliano strutturalmente ad una rete neurale. Così in questo modo non riproduciamo semplicemente un modello, ma sostanzialmente creiamo su questo un cambiamento di scala di riferimento che determina un cambiamento di fase grazie all’estroversione. Inoltre tutta la struttura assomiglia al cervello. Così tramite l’analisi frattale possiamo percepire i punti autoreferenziali. E la neurofilosofia mette in evidenza il fatto che la retroazione del nostro cervello tramite le nozioni acquisite su di esso, ci permette di agire in maniera più cosciente. Praticamente questo significa che siamo più risolutivi. Inoltre grazie alla nostra azione veniamo a conoscenza di elementi ontologici. E se anche questi sono in fase d’intelligenza estrema, allora abbiamo un isomorfismo unitamente alla teleologia. La filosofia classica è limitata dal pensiero perché non sa di preciso come lo produce. Se esaminiamo il campo medico, possiamo certamente considerarlo una scienza, ma non dimentichiamo mai che esiste primo la deontologia e secondo la bioetica. L’equivalente che abbiamo come schema mentale è che la filosofia agisce nel campo della valutazione, ma la sua azione produce anche effetti esterni che possiamo esaminare con la neurofilosofia. Non si tratta quindi di un semplice ramo in più della scienza cognitiva. Ma chiaramente una sintesi che mette in azione un approccio olistico ove la separazione non ha alcun senso poiché anche la semplificazione rappresenta una degenerazione. Il contributo della neurofilosofia ci permette inoltre di riflettere come pensa tutta l’Umanità all’interno del Tempo senza le costrizioni sociali che sono chiaramente tecniche. La codificazione astratta dell’altruismo è fra gli studi precursori della neurofilosofia. Adesso cominciamo a vedere che ha senso come strategia cognitiva.