17659 - I condannati dell’opera
N. Lygeros
Traduzione: Lucia Santini
Su questo nuovo contesto, regnava la quotidianità.
Nessuno scriveva più per il passato.
Perlomeno nelle società.
C’erano soltanto i giornali che parlavano esclusivamente delle giornate.
Pian piano, senza diventare palese scrivevano le stesse cose.
E i giornali alla fine divennero uno solo.
Il giornale ufficiale del governo.
Tutte gli altri col passare del tempo erano spariti.
Perché quante volte si può comperare sempre la stessa notizia?
La quotidianità si era trasformata in eternità.
Perché il giorno stesso era ormai immortale.
Ogni giorno era lo stesso giorno.
Il sistema lo aveva adoperato per definire la sua politica.
Il cambio andava bene, se era lo stesso.
I libri erano spariti di fatto dal mercato.
Non c’era più un campo di confronto delle diversità.
Tutto era uguale.
Sempre.
Senza libri, il passato e il futuro erano inutili.
Il semplice riferimento all’ergografia* era condannabile.
Non c’erano più fogli.
Solo una pagina.
Una pagina e per di più in rete.
Quella ufficiale governativa.
Seguirono i sistemi autarchici.
Il vuoto era la strada della felicità.
Gli individui erano felici.
Non c’era più nessuno che potesse turbarli, metterli in pensiero.
Nessuno parlava.
Erano spariti anche i giochi di parole.
Ogni parola aveva un significato unico.
Poiché i dizionari erano libri e per di più utili li avevano ritirati.
Le enciclopedie, solo il loro possesso era un motivo per la pena di morte.
Non si vedeva più nulla all’ orizzonte.
Tra l’altro non superava la fine del giorno.
Non poteva andare più oltre.
Era il suo limite definitivo.
La notte era scesa sopra l’Umanità.
Le società avevano trovato un mezzo per disarmarla.
Per neutralizzarla.
Per devastarla.
Allora si presentò la resistenza.
I mostri fecero propria una missione.
Sarebbero diventati essi stessi i libri vietati.
*ergografia, operato attinente allo scrivere