12569 - Umane trasgressioni
N. Lygeros
Traduzione: Lucia Santini
Ognuno ha il suo carattere e se non l’ha può adottare un metodo. Così pure i discepoli conoscevano le umane trasgressioni, per resistere agli attacchi. Altrimenti non avrebbero potuto donare in un mondo ove tutti ricevono. In più si doveva compiere il giusto, perché era l’unica maniera affinché giungesse la resurrezione anche nell’isola. Ognuno doveva aiutare l’altro, per raggiungere il fine comune che era impossibile per ogni singolo. La partita era cominciata e il maestro non voleva nessun sacrificio che sarebbe risultato inutile se non avesse cambiato i dati. L’esercitazione era semplice, si doveva scavare per la libertà ma solamente con pochi arnesi. Una ramificazione, due alberi, questo era il bersaglio. Nessuno da solo, solo insieme. Risoluzione, piacere, incontenibile. Il bersaglio sembrava fosse un altro, ma non era il solo. Ogni fondazione si trova in profondità ma è questo che ci permette l’accesso alle altitudini. L’isola non era sola e non era solamente un bersaglio. L’isola doveva diventare un faro, un attraente con un grande cisterna di attrazione, perché anche questo proteggeva l’Ellenismo. Ogni approfondimento era anche un profondo passo strategico per la preparazione della lotta e questo determinava l’espansione del gruppo. Ogni azione sembrava insignificante, ma tutte insieme seguivano la stessa strategia senza fermarsi agli ostacoli della tattica. Tutto il gruppo scavò come le tessere dello stesso mosaico. Le zeoliti giuocarono il ruolo dell’inizio della via d’uscita.