12484 - La chiesa infranta
N. Lygeros
Traduzione: Lucia Santini
La chiesa infranta era sopra la collina molto più addietro al castello in un luogo protetto anche se pian piano era diventata un rudere. La sua presenza aveva segnato l’isola e la memoria del camaleonte. Quando la scorse per la prima volta dopo tanti anni non la riconobbe subito e ci volle tutta la sua empatia per scorgere e sentire il suo dolore. Nella situazione in cui si trovava, dava l’impressione che era stata abbandonata anche dai nostri, invece non era vero. Semplicemente non avevano la possibilità di aiutarla o perlomeno così credevano. Aveva visto altre chiese dei luoghi occupati nella stessa situazione e sapeva discernere la differenza. In questo luogo non era stata colpita come negli altri casi. Solo che la società era rimasta indifferente al passato e le proibiva il futuro. Lo studio dell’interno della chiesa aveva presentato gli stessi problemi ma anche peggiori perché il legno della memoria doveva essere ristrutturato. Sapeva comunque che era possibile perché nel monte Athos aveva incontrato monaci che erano artigiani diacronici e avrebbero potuto facilmente sostenere tutto l’impegno. Nel primo piano osservò alcuni particolari architettonici per avere una visione completa e terminò con la cupola. Così decise che questa chiesa avrebbe avuto futuro nell’isola per via della religione e del simbolo che rappresenta. I discepoli ascoltarono il silenzio e registrarono tutta la luce affinché costituisca le fondamenta del processo di ristrutturazione.