17 - Bozza di una definizione di intelligenza

N. Lygeros
Traduzione: Lucia Santini

Che cosa pensare della definizione seguente ?

Un essere è considerato intelligente se è capace di produrre intelligenza.

Se riflettiamo superficialmente, questo aforisma sembra essere un truismo. Tuttavia eliminando quest’ultima ipotesi noi vediamo allora che si genera un processo ricorsivo perché l’intelligenza che è prodotta dall’essere che lo si considera quindi come intelligente deve essa stessa generare intelligenza per essere considerata anch’essa come intelligente. Così con la nostra definizione d’intelligenza otteniamo una catena «intelligente» che non è più individuale!

Il vantaggio di questa definizione è che non si suppone una intelligenza preesistente a quella che noi consideriamo ; ne risulta che l’intelligenza può apparire  in maniera spontanea.

Sembra al contrario che abbia però un grave inconveniente, la catena deve essere infinita; di fatto non lo è; la sola cosa che questa definizione implica è che l’intelligenza si sviluppi necessariamente in anelli. (in altri termini, presi in prestito dalla teoria dei grafi: la catena non può essere un albero).

Questa necessità può far pensare alla creazione spontanea a partire dal vuoto quantico di una coppia particella-antiparticella.

Terminiamo provvisoriamente questa bozza con un esempio affinché  tutto ciò non appaia ai nostri lettori essere soltanto un amalgama di parole, prive di senso.

È sufficiente per questo immaginare uno «specialista» in scienze esatte  ed uno specialista in scienze umane che si scambino le loro opinioni e le rispettive deduzioni su un problema fondamentale e che arrivino a risolverlo mentre ciascuno separatamente ne sarebbe incapace. Ed è certamente  l’integrazione di questo risultato che li renderebbe intelligenti, essi sarebbero dunque capaci di produrre in maniera simultanea una intelligenza e dimostrerebbero così la nostra, apparentemente strana, definizione.